Parole.
Destini.
Sentimenti.
Sembra che ci sia una quiete.
Un giorno o una notte.
Sembra
Ascoltare le parole di conforto.
Mangiare il rammarico e le incomprensioni.
Mangiare e deglutire questi nodi.
Ascoltare parole armate,
Che sanno dove colpire.
Ha senso provare dei sentimenti,
Se poi in un momento
Si vestono di barbarica intenzione?
Intenzionale o no.
Discutere con il destino.
Rapirlo e torturarlo
Per estorcergli il suo piano.
Sarà bello? Sarà brutto?
In meno di un secondo
Ci si ritrova a fissare
Quei pensieri dell’accaduto,
Che planano in questa stanza
Come dei fantasmi.
Forse chiudendo gli occhi
Li sentirò, ma non li vedrò.
E mi catapulterò
Là dove il suono del violino
Non piange più.
E nemmeno io.
E nemmeno tu…